mercoledì 15 febbraio 2012

Arte Italiana Contemporanea. Francesco de Marco: La Mia Pittura

Arte Italiana Contemporanea. 
Francesco de Marco: La Mia Pittura

Premessa:

"Guendalina: Ricordi di Guerra" (Gwendolyn: Mmories of War)  
Pastello su cartoncino cm.30x40 (2007)
"Perché un'opera d'arte sia veramente immortale è necessario che esca completamente dai confini dell'umano: il buon senso e la logica la danneggiano. In questo modo essa si avvicinerà al sogno e alla mentalità infantile. L'opera profonda sarà spinta dall'artista nelle profondità più recondite del suo essere: là non giunge il sussurrare dei ruscelli, il canto degli uccelli, il fruscio delle foglie. Ciò che io ascolto non vale nulla, ci sono solo i miei occhi che vedono, aperti, e più ancora chiusi.
Quello che importa è soprattutto sbarazzare l'arte di ciò che essa contiene di conosciuto sino ad oggi: ogni idea, ogni simbolo deve essere messo da parte.
Bisogna avere una grande certezza in se stessi: è necessario che la rivelazione che noi abbiamo di un'opera d'arte, che la concezione di un quadro riproducente la tal cosa senza senso alcuno per se stessa, senza soggetto, senza significato dal punto di vista della logica umana, è necessario, dico, che una simile rivelazione o concezione sia talmente forte in noi, ci procuri una così grande gioia o un così grande dolore da sentirci costretti a dipingere spinti da una forza più grande di quella che spinge un affamato a mordere come una bestia il pezzo di pane che gli capita tra le mani" (Giorgio de Chirico, 1914)

La Mia Pittura

Pittoscrittura, così Angelo Calabrese ha definito la mia pittura. Io condivido questa sua visione così ad ampio respiro, restìo come sono a vedermi incasellato in un'unica corrente culturale. Il mio lavoro pittorico lo definisco un discorso intimo fatto di segni, di colore, di interruzioni e riprese, intrecci e vortici, in una comunicazione continua con l’opera e con chi ne fruirà. Una comunicazione che prosegue, da un lavoro all’altro, fino a che non sento di aver esaurito, almeno temporaneamente, ciò che volevo dire.

Senza Titolo (Untitled) - Pastello su cartoncino cm. 30x40 (2007)
Poi dirigo il mio sguardo oltre, oltre le montagne, dove immagino ci possa essere un'altra valle ed un nuovo orizzonte da esplorare. E proprio là sono spinto a andare con fervore e fanciullesco entusiasmo per la scoperta. Ma appena la raggiungo, già quasi non m’interessa più. Non mi fermo più molto su quanto ho raggiunto. Sento l’esigenza di andare più avanti, di misurarmi con altre cose, o magari di riprendere discorsi che ritenevo conclusi in precedenza, e che invece ritornano in me sotto una luce diversa, che me ne fa scorgere altri aspetti.

Leggo, studio, osservo, contemplo. Cerco di raccontare e raccontarmi in modo differente, in un’altra unità di tempo in un diverso spazio. Talvolta sono portato a non ripetere il procedimento, il linguaggio, lo stile usato una volta, pur riportandone intimamente la traccia, ma con altri colori, con un ritmo diverso.
Per questo amo l'improvvisazione, la musica jazz. C’è un’idea di base, una melodia e un’armonia, su cui si vanno ad intrecciare le note, i colori dell’improvvisazione. Con la stessa tensione emotiva, sul filo come un acrobata, che cerca l’equilibrio senza cadere, m’impongo di riuscire a camminare sul filo della mia creazione.

In ciascuno dei miei lavori l'istante è differente. La mia creatività deriva dalle mie origini e la pittura è diventata la mia vita. Potrei dipingere anche in eterno, se la vita fosse eterna. Ma dipingo sempre con urgenza: difatti ogni tanto, mentre dipingo mi chiedo: “dove riuscirò ad arrivare?”, “farò in tempo a terminare le mie opere?”. Mah! E poi, cosa vuol dire terminare un'opera? Tante cose. Certamente non vuol dire avere la meglio sull'opera, quanto piuttosto riuscire a strappare efficacemente all’oblìo momenti di vita con tutte le loro emozioni e trasmetterli ad altri.
Francesco de Marco


Italian Contemporary Art. 
Francesco de Marco: My Painting.

Introduction.


"Fiori e Farfalle" (Flowers & Butterflies) - olio su tela cm.50x50
(2010) - Private Collection
"For a work of art, to be truly immortal, it is necessary to come out completely from the confines of the human: the common sense and the logic could damage it. In this way the work of art will approach to the dream and to the child mentality. The deep opera will be pushed by the artist in the most recondite depth of his own being: there I don't reach the whispering streams, birdsong, or the rustle of leaves. What I hear is nothing, there are only my eyes: they see, if they are opened, and see still more if they are closed.
All we care, above all, is to rid the art of what it contains about the known till now: every idea, every symbol must be set apart.
We need to have a great confidence in ourselves: it is necessary that the revelation we have of a work of art, that the conception of a painting depicting such a thing without no meaning in itself, no subject, no significance from the point of view of human logic, it is necessary, I say, that such a revelation or conception must be so strong in us, to procure us such a great joy or a pain so great that we will feel obliged to paint driven by a force greater than that which pushes a hungry like a dog to bite a piece of bread that falls into the jaws " (Giorgio de Chirico, 1914)

My Painting


Pictograms, so Angelo Calabrese has defined my painting. I share this vision so wide-ranging, as I'm reluctant to see me pigeonholed into one cultural trend. I define my painting an intimate discussion of signs, color, which stops and starts, through twists and whirls in continuous communication with whom of them will receive it. It’s a communication that goes from one job to another, until I feel I have exhausted, at least temporarily, what I meant.

"Fiori per Te" (Flowers for you) - olio su tela cm. 50x50 (2010)
Private Collection
Then I direct my attention beyond, beyond the mountains, where I imagine there might be another valley and a new horizon to explore. And there I am moved to go with childish fervour and passion for discovery. But as soon as I reach, almost I don’t care. I don’t stop a lot more of what I have just reached. I feel the need to go further, to measure myself with other things, or maybe to resume some talks those I thought concluded previously, and instead they return to me under a different light, which makes me see them under others aspects.

I read, study, observe and contemplate. I try to tell and tell me differently, in another unit of time in a different space. Sometimes I tend to not repeat the same painting process, the language or the style used once upon a time, although intimately I'm bringing it back the track, but with other colours, with a different rhythm.
This is why I love improvisation, the jazz music. There is a basic idea a melody and an harmony on which are interweaving the musical colors of the improvisation. I force myself to be able to walk on the edge of my creation with the same emotional tension, like an acrobat on the wire, who seeks the balance without falling.

The moment is different in each of my works. My creativity comes from my background and the painting has become my life. I could also paint forever, if life were eternal. But I paint always with more urgent: in fact every now and then, while I paint I wonder: "where I could arrive?", "I'll have time to finish my work?". Well!
And then, what it means to "finish a work"? A lot of things: certainly not to prevail the artwork, but rather be able to effectively rip to oblivion some moments of life with all their emotions and send them to other people.

Francesco de Marco

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